di Federico Taddia
Non è una stanza segreta e neppure un parco giochi senza regole; non è nemmeno lo spazio del “far finta di essere qualcun altro” o una bacchetta magica con la quale viaggiare di nascosto dentro ad altri mondi. Mettere in mano uno smartphone a un bambino ha tanti vantaggi e attiva mille potenzialità, ma nello stesso tempo – ovviamente – può mettere a rischio i nostri figli o, semplicemente, far loro affrontare da soli la scalata di una montagna: conoscono benissimo l’attrezzatura, prima e meglio di noi, ma non conoscono la strada, il panorama, i pericoli potenziali e gli eventuali imprevisti.
Prima di premere il tasto “On” è quindi necessario preparare i più piccoli a questa avventura, trasmettendo subito la gioia di farla insieme e mettendo la trasparenza – non ci sono cose che non ci diciamo – come centro del rapporto a tre “genitori/figli/telefonino”.
Attenzione quindi a non demonizzare il dispositivo, per non spaventare ma neppure per alimentare il mito della trasgressione.
Stabilire – e condividere – alcune regole:
- Niente password di alcun tipo.
- Riportare sempre a mamma o papà ogni contatto avuto con altri soggetti – dalle telefonate ai messaggi, passando per mail o eventuali social.
- Mai comunicare dati sensibili.
Trovando le parole giuste, senza generare ansia e terrore, va spiegato ai bambini quali sono le informazioni da non dare mai: il nome e il cognome per esempio, l’indirizzo, le fotografie, le proprie abitudini o qualsiasi tipo di altra informazione su il padre o la madre.
Trasmettere il senso che queste sono informazioni preziose, da custodire e di cui essere gelosi.
E che solo CON la mamma e il papà – e qui torna il concetto del fare insieme – si posso eventualmente svelare.
Per i bambini lo smartphone dovrebbe essere uno spazio aperto alla famiglia, il display un foglio bianco open: non un diario privato, non una serie di cassetti da aprire.
Siti navigati e telefonate fatte, messaggi ricevuti e fotografie scattate: serve far passare il concetto che il virtuale non è la zona d’ombra del reale, ma solo una sua appendice. Quindi è naturale che sia un luogo di tutti (in famiglia), accessibile e cristallino.
A fianco a questo percorso di consapevolezza è pero bene alzare qualche barriera, abilitando il controllo Parental predisposto nella maggior parte dei modelli.
Con una semplice impostazione si può attivare un’efficiente rete di protezione della privacy del bambino: restrizioni nella navigazione, blocco della possibilità di download e acquisti, limitazioni di scaricamento delle app. Bastano davvero pochi minuti per attivare queste precauzioni, minuti preziosi per dare in mano ai bambini uno strumento sorprendente.
Difendendoli però dalle brutte sorprese!
Far capire ai nostri figli le opportunità e i pericoli della rete con sincerità è un compito arduo ma necessario