Parola d’ordine: condivisione in famiglia

31 Gennaio 2019

Tempo di lettura: 2 min.

Non è una stanza segreta e neppure un parco giochi senza regole; non è nemmeno lo spazio del “far finta di essere qualcun altro” o una bacchetta magica con la quale viaggiare di nascosto dentro ad altri mondi. Mettere in mano uno smartphone a un bambino ha tanti vantaggi e attiva mille potenzialità, ma nello stesso tempo – ovviamente – può mettere a rischio i nostri figli o, semplicemente, far loro affrontare da soli la scalata di una montagna: conoscono benissimo l’attrezzatura, prima e meglio di noi, ma non conoscono la strada, il panorama, i pericoli potenziali e gli eventuali imprevisti.

Nell’era digitale in cui chat, smartphone e social network sono parte integrante della vita quotidiana, garantire il benessere digitale e la sicurezza online dei nostri figli diventa infatti una priorità essenziale. Sebbene le opportunità della rete offrano vasti orizzonti di conoscenza e interazione, è fondamentale instillare fiducia e trasparenza nel rapporto genitori-figli per affrontare insieme questa avventura tecnologica. Allo stesso tempo, è cruciale stabilire e condividere regole chiare per l’uso responsabile degli smartphone, educando i bambini a proteggere la propria privacy e a navigare in modo consapevole. Attraverso una combinazione di fiducia e precauzione, possiamo garantire ai nostri bambini un ambiente digitale sicuro e appagante, proteggendoli dalle potenziali insidie della rete.

Prima di premere il tasto “On” è quindi necessario preparare i più piccoli (e noi stessi) a questa avventura, trasmettendo subito la gioia di farla insieme e mettendo la trasparenza – non ci sono cose che non ci diciamo – come centro del rapporto a tre “genitori/figli/telefonino”.

Attenzione quindi a non demonizzare il dispositivo, per non spaventare ma neppure per alimentare il mito della trasgressione.

Stabilire – e condividere – alcune regole:

  1. Niente password di alcun tipo.
  2. Riportare sempre a mamma o papà ogni contatto avuto con altri soggetti – dalle telefonate ai messaggi, passando per mail o eventuali social.
  3. Mai comunicare dati sensibili.

Trovando le parole giuste, senza generare ansia e terrore, va spiegato ai bambini quali sono le informazioni da non dare mai: il nome e il cognome per esempio, l’indirizzo, le fotografie, le proprie abitudini o qualsiasi tipo di altra informazione su il padre o la madre.

Trasmettere il senso che queste sono informazioni preziose, da custodire e di cui essere gelosi.

E che solo CON la mamma e il papà – e qui torna il concetto del fare insieme – si posso eventualmente svelare.

Per i bambini lo smartphone dovrebbe essere uno spazio aperto alla famiglia, il display un foglio bianco open: non un diario privato, non una serie di cassetti da aprire.

Siti navigati e telefonate fatte, messaggi ricevuti e fotografie scattate: serve far passare il concetto che il virtuale non è la zona d’ombra del reale, ma solo una sua appendice. Quindi è naturale che sia un luogo di tutti (in famiglia), accessibile e cristallino.

A fianco a questo percorso di consapevolezza è pero bene alzare qualche barriera, abilitando il controllo Parental predisposto nella maggior parte dei modelli.

Con una semplice impostazione si può attivare un’efficiente rete di protezione della privacy del bambino: restrizioni nella navigazione, blocco della possibilità di download e acquisti, limitazioni di scaricamento delle app. Bastano davvero pochi minuti per attivare queste precauzioni, minuti preziosi per dare in mano ai bambini uno strumento sorprendente.

Difendendoli però dalle brutte sorprese!

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