Patologie digitali: nomofobia e vamping

12 Novembre 2019

Tempo di lettura: 2 min.

Tutti utilizziamo il cellulare e ormai da tempo, non solo per fare le telefonate. Gli smartphone hanno reso i telefoni degli strumenti necessari e indispensabili alla nostra quotidianità.

Ci semplificano la vita. Basta un clic e possiamo essere in contatto con una persona o un servizio che si trova dall’altra parte del globo.

Il nostro mondo è sempre più interconnesso. Grazie agli smartphone possiamo comunicare, informarci, giocare, fare foto e video, shopping, lavorare…

La facilità d’uso e la velocità con cui ciascuna azione può essere fatta possono renderci e rendere i nostri figli talmente dipendenti da questa tecnologia che il bisogno dello smartphone può sfociare in vere e proprie patologie.

Quali possono essere i sintomi per riconoscerle? Come possiamo aiutare i nostri bambini (e noi stessi) ad avere un uso consapevole dello smartphone?

Le dipendenze da cellulare infatti possono essere molteplici. Vediamo insieme le più frequenti.

Con il termine nomofobia formato dalla contrazione dei termini inglesi “no mobile phone phobia”, si indica il senso di angoscia che si prova quando lo smartphone è scarico, senza credito o senza una connessione. In alcune persone questo tipo di ansia nasce anche solo all’idea che tutto questo possa accadere.

Chi è affetto da questa dipendenza controlla compulsivamente caselle postali, social, notifiche e messaggi, vive incollato al suo device in tutti i momenti della giornata, anche durante i pasti e sino a tarda notte.

La nomofobia spesso si accompagna a un’altra patologia, l’Internet Addiction Disorder (IAD), ovvero l’uso compulsivo di internet. In questo caso le persone hanno bisogno di stare sempre online, ignorando chi hanno intorno.

Un’altra dipendenza molto diffusa tra i ragazzini in età scolare è il vamping, ossia l’agire come i vampiri e vivere la loro esperienza digitale nei momenti che dovrebbero dedicare al sonno. Questi adolescenti utilizzano infatti gli smartphone soprattutto di notte per giocare e chattare. Questo fenomeno li porta ad alterare i loro cicli di sonno veglia, con conseguenze sul rendimento scolastico e anche sulla salute.

Come potersi difendere da queste patologie?

Sicuramente è importante insegnare ai nostri figli a separarsi dallo smartphone, a utilizzarlo solo in alcuni contesti e per specifici scopi, spiegando loro che ci sono dei momenti in cui è opportuno che il telefono sia spento.

Potrebbe essere utile condividere in famiglia degli orari in cui vietarne l’uso. Per esempio quando si consumano i pasti e prima di andare a dormire, visto che il telefono è nemico del sonno. E quando i vostri figli rispetteranno le regole che vi siete dati in famiglia potreste stabilire un piccolo premio come gratificazione per il loro impegno.

Inoltre se è vero che i bambini hanno bisogno dell’approvazione per costruire la propria autostima dobbiamo supportarli affinché capiscano che non dipende tutto dal numero di like che ricevono o dai follower che hanno, stimolandoli a costruire relazioni con i coetanei che possono incontrare dal vivo.

Lo smartphone è uno strumento. Non l’unico che loro hanno a disposizione. È fondamentale che imparino ad utilizzarlo nel miglior modo possibile per trarne vantaggi e opportunità, senza dimenticare le relazioni “in carne e ossa”.

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